A 5. Identità e multiculturalità nella Sicilia di età coloniale (VIII-IV sec. a.C.)

In una Sicilia ampiamente coinvolta nei due grandi movimenti colonizzatori che interessarono il Mediterraneo a partire dalla fine del IX, e ancora più intensamente nell’VIII e VII secolo a.C., il rapporto tra nativi e popolazioni greche e fenicie – ben evidente fino alla conquista romana dell’isola e caratterizzato, secondo le fonti storiche e letterarie, da uno scontato alternarsi di fasi di pacifica convivenza e di scontro aperto – si evidenzia sempre più chiaramente anche sotto il profilo archeologico, documentando l’esistenza di una società multiculturale che, in alcuni casi, accentua i valori della commistione rispetto a quelli della diversità, seppur sempre caratterizzata dal contatto e dallo scambio, in altri sembra attestarsi su posizioni identitarie che non escludono, comunque, il confronto e il dialogo.

In questa duplice prospettiva possono leggersi e riconsiderarsi i molti aspetti che connotano le diverse zone del territorio isolano: dalla Sicilia occidentale, dove l’incontro tra Sicani, Elimi, Fenici e Greci dà luogo ad un intrecciarsi di esperienze i cui esiti variano in dipendenza delle modalità dell’approccio e dei particolari momenti storici – emblematici in tal senso sono i dati archeologici relativi a Mozia, Solunto e Panormo per l’età arcaica e la situazione di Selinunte dopo la distruzione del 409 a.C. – alla Sicilia centro-orientale dove, al di là dei momenti di evidente conflittualità, il rapporto dinamico tra nativi e coloni greci testimoniato, ad esempio, anche attraverso l’abbondante e significativa evidenza delle necropoli, accelera, in molti casi, i processi di integrazione non escludendo contatti a più ampio raggio che testimoniano un’autentica ricettività ed una non comune larghezza di orizzonti.

Alla luce dei più recenti lavori di ricognizione intensiva, che coprono ormai ampie aree dell’isola, è da riconsiderare anche la specifica condizione dei territori dell’entroterra e del sistema dell’insediamento rurale, evidenziandone la funzione rispetto alla storia culturale ed economica dell’intera Sicilia.

 

  1. Giancarlo Germanà Bozza (Accademia delle Belle Arti “R. Gagliardi” di Siracusa)

Importazioni greco-orientali e fenicie nei santuari arcaici della Sicilia orientale

  1. Christian Russenberger (Archäologisches Institut der Universität Zürich)

Monte Iato (PA): Ultime testimonianze di una cultura indigena attorno al 300 a.C.

  1. Rossana De Simone (Università degli Studi Palermo)

Le cretule del ‘tempio C’: motivi iconografici greci nella Selinunte punica

  1. Francesca Spatafora (Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Palermo)

Indigeni e Greci negli Emporia Fenici della Sicilia

  1. Giovanni di Stefano (Università della Calabria)

Principi greci e comunità sicule in età storica in Sicilia. Indicatori funerari aristocratici

  1. Annapaola Mosca (Università di Roma“La Sapienza”)

Insediamenti rurali greci in Sicilia. Una frontiera verso gli indigeni? Le fattorie come demarcatori territoriali nel contesto camarinese